L’Italia è una penisola distesa al centro del Mediterraneo per oltre mille chilometri (compresa tra il 47º e il 35º parallelo nord) e si caratterizza per una molteplicità climatica difficilmente riscontrabile in altre nazioni del mondo, che va dal clima glaciale di alcune aree alpine al clima subtropicale mediterraneo delle coste più meridionali. Un “servizio meteorologico” che prescinda da questo assunto non è neppure degno di essere annoverato quale servizio. Pertanto, leggere o sentire su molteplici siti o su tanti notiziari che sull’“l’Italia” si sta vivendo un’ondata di caldo eccezionale solo perché su “una parte dell’Italia” vi sono temperature superiori alla norma, significa non solo non considerare il variegatissimo clima che caratterizza il nostro Paese e i mille microclimi locali che da esso promanano, ma anche divulgare una notizia falsa o, quanto meno, solo in parte vera.
Che penserà mai oggi un abitante della nostra Provincia, ad esempio, nel leggere o sentire una tale generalizzazione nella descrizione del quadro meteo-climatico dell’intera penisola quando invece la temperatura massima media dalle nostre parti si è aggirata attorno ai 23°C, ossia è risultata perfettamente in linea rispetto a questo periodo? Delle due, l’una: o penserà che si stiano diffondendo fake news oppure che la meteorologia in Italia è fatta con i piedi.
Purtroppo, seppur in parte, sono vere entrambe queste supposizioni.
Riflessioni a parte – di un amante della meteorologia trattata in modo deontologicamente sano –, dalle nostre parti stiamo vivendo un inizio ottobre assolutamente normale sotto il profilo termico e un inizio autunno leggermente sottomedia sotto il profilo pluviometrico. La causa è da attribuire ad una potente struttura anticiclonica che, pur avendo i suoi massimi sull’Europa sud-occidentale e sulla Francia, marginalmente interessa anche il nostro settore, ove si mantiene la stabilità atmosferica (assenza di nubi significative e di precipitazioni), ma dove non arriva affatto il caldo, sia perché non siamo inglobati nell’area più soggetta alle forzanti calde dell’anticiclone, sia perché subiamo ancora il fresco afflusso delle correnti settentrionali, che circumnavigano il bordo orientale (su cui ci ritroviamo) della struttura altopressoria.
Ed anche se per domani e dopodomani, con l’attenuazione dei venti di Maestrale, le temperature saliranno di qualche grado, a malapena supereremo i 25°C, con buona pace di chi vorrebbe “tutta l’Italia” in una sorta di anticamera dell’inferno.
È vero: ci saranno diverse aree del Paese in cui si potranno superare anche i 30°C, ma questo fenomeno non è né eccezionale né così tanto esteso da poter usare a buon diritto il termine generico «sull’Italia».
Chissà se qualcuno, prima o dopo, comprenderà che spingere continuamente sull’acceleratore del sensazionalismo – per convincere la maggior parte del popolo che il mondo stia per finire bruciato per effetto dei cambiamenti climatici – finirà per produrre la reazione contraria a quella dell’allarmismo, ossia il menefreghismo di rigetto, un’altra iattura che ci impedirà di aprire una sana discussione sui complessi meccanismi che regolano il clima e i suoi cambiamenti.
Tornando al meteo, a quando qualche variazione significativa?
Non a breve, anche se da giovedì la flessione della struttura barica in quota faciliterà anche una leggera flessione delle temperature su buona parte del Paese.
È anzi piuttosto probabile che per variazioni più sostanziali che incidano per davvero sul riallineamento delle condizioni meteo-climatiche verso un più regolare andamento stagionale bisognerà forse attendere la seconda metà di ottobre.