In queste ultime 48 ore tira aria di crisi invernale totale dall’analisi comparata delle diverse emissioni modellistiche dei centri di calcolo meteo mondiali. L’alta pressione, che si è impadronita dell’Europa nel corso di questa settimana, stazionerà ancora un bel po’ anche dalle nostre parti e, sebbene sia ancora decisamente prematuro certificare la fine dell’inverno, al momento appare altamente probabile che anche per la prossima settimana vigeranno condizioni di anomalia pressoria positiva (alta pressione). con il tempo improntato sostanzialmente alla stabilità, con temperature sopramedia di almeno un paio di gradi.
Non farà eccezione il weekend di Carnevale ormai imminente, che vedrà tanto sole, temperature massime attorno ai 15°C, poco vento, ma umidità in netto aumento con rischio di formazioni nebbiose al primo mattino, specie per sabato.
Ma che fine ha fatto la “previsione” di un ribaltamento delle attuali condizioni meteo, atteso entro fine mese?
Come sempre, una “linea di tendenza” NON è una previsione, e perciò con l’affinamento delle emissioni modellistiche, man mano che si avvicina il termine previsionale, si hanno delle normalissime fluttuazioni o rettifiche.
Quella che è emersa da ieri è la cosiddetta “west-shift” dell’irruzione d’aria fredda polare che le carte scorgevano all’inizio di questa settimana. Significa che l’irruzione polare potrà effettivamente avvenire ma geograficamente molto più ad ovest del previsto, con effetti decisamente diversi sull’evoluzione meteo futura, specialmente per il nostro settore.
Difatti, se all’inizio si poteva immaginare una sorta di traiettoria dell’aria fredda similare rispetto a quella occorsa nella I decade di febbraio, ora il freddo diretto verso l’Europa occidentale, se non addirittura verso l’Atlantico, potrà solo indirizzare l’evoluzione meteo per il nostro settore lungo due specifiche direzioni: quella del bel tempo stabile e mite anche oltre la prossima settimana (ossia un sostanziale anticipo di primavera a tutti gli effetti), oppure, in alternativa, un periodo di tempo particolarmente umido e a tratti piovoso, ma con temperature comunque sopramedia. In sintesi, perciò, niente inverno serio per il resto di febbraio.
Chiarito quel che potrebbe accadere sino a fine mese, l’altra questione che in questi giorni tiene banco su quasi tutti i siti meteo è lo Stratwarming.
Ma cos’è lo Stratwarming e che effetti può avere?
Lo Stratwarming è un anomalo surriscaldamento della porzione stratosferica delle latitudini polari. Quel che tale surriscaldamento comporterebbe è la possibile “bilobazione” del Vortice polare (cosiddetto “split”) o la sua “dislocazione” (cosiddetto “displacement”). Nella fase attuale è questa seconda ipotesi che sta prendendo piede, ossia è probabile che avvenga più un sommovimento del Vortice polare dalla sua sede naturale (il Polo nord) che una sua suddivisione in due o più parti.
Tuttavia, gli effetti di quel che avviene in stratosfera non sempre si ripercuotono in troposfera, ossia nella porzione di atmosfera entro la quale si configurano le zone di bassa e alta pressione, che poi effettivamente condizionano il tempo in concreto (se piove, nevica, c’è il sole, fa freddo o fa caldo).
Certo, è vero che se tale displacement si propagasse nei piani più bassi, ossia in troposfera, entro tre settimane (di media) il Vortice Polare tenderebbe a scardinarsi dalla sua sede originaria per vagare qui e là a latitudini più basse, gettando i semi per severe ondate di freddo e neve nelle aree temperate che sarebbero raggiunte dalla sua influenza, ma il problema è proprio quello: quali potranno essere queste aree interessate? Quel “qui e là” è già uno scoglio attualmente insormontabile per comprendere le sorti del nostro inverno, se poi a ciò aggiungiamo anche il non automatismo tra effetti in stratosfera ed effetti in troposfera, ecco spiegato che quello Stratwarming è più una suggestione mediatica di sicuro impatto – una sorta di rituale di fine inverno – che un evento realmente plausibile.
Poi, mai dire mai, ma per ora bisognerà attendere almeno 7/10 giorni per capire se a marzo la primavera diverrà una pura chimera o se invece potrà effettivamente iniziare a prendere forma, scacciando definitivamente l’inverno.