Da ieri sera il nostro settore è alle prese con la risalita di aria molto umida di provenienza mediterranea, che ha determinato la formazione di estese formazioni nebbiose, protrattesi inusualmente anche nelle ore centrali della giornata. E di aria molto umida e conseguenti forti riduzioni della visibilità per nebbie avremo modo di constatarne la presenza per tutto il fine settimana, considerato che se tra le prossime ore e la giornata di domenica, se non si tratterà di nebbia, si tratterà di pioggia, con tassi di umidità quasi sempre superiori al 90%.
Le maggiori occasioni per delle precipitazioni, generalmente di moderata intensità, ma con qualche eccezione, si registreranno nel corso delle prossime ore e fino a questa sera, attorno alle ore centrali e nel corso del pomeriggio di domani e in maniera più intermittente nel corso della prima parte di domenica. In quest’ultimo caso, non è esclusa, tuttavia, la possibilità di qualche rovescio localmente di forte intensità, forse associato anche a qualche temporale.
Come anticipato nel precedente articolo, da domani le temperature tenderanno gradatamente a salire sotto la spinta di un cuneo di alta pressione di matrice africana, che favorirà la risalita, specie in quota, di aria molto calda (data la stagione) dall’entroterra sub-sahariano. Tuttavia, almeno sul nostro comparto, gli effetti termici di questa configurazione barica saranno assai limitati, non solo perché l’obiettivo dell’aria subtropicale sarà principalmente l’estremo sud d’Italia e lo Ionio, ma anche perché gli effetti marginali, che pur interesseranno anche il nostro settore, risulteranno affievoliti e ‒ per così dire ‒ “raffreddati” dalla presenza della nuvolosità e, a tratti, dalle precipitazioni. Dalle ultime analisi, infatti, è stata di gran lunga ridimensionata la stima delle massime di domenica, che difficilmente supereranno i 13/14°C, al contrario di quel che accadrà su alcune zone di Calabria e Sicilia, ove i 22/24°C potranno essere agevolmente raggiunti.
Cessato entro lunedì l’afflusso umido da ovest/sud-ovest, si aprirà a seguire, una fase di tempo i cui contorni in termini di effetti concreti sul nostro comparto sono ancora soggetti a forti fluttuazioni da parte dei principali modelli matematici, oltre che all’interno dei singoli modelli tra un’emissione e la successiva. Significa che l’evoluzione è ancora lungi dall’essere definita e ben inquadrata nella sua complessità dai super cervelloni di calcolo dei diversi centri meteo mondiali, e che le sorti del nostro Inverno restano al momento ancora insondabili.
Ciò nondimeno, appare ormai scontato che si vada, almeno inizialmente, ossia tra martedì 12 e giovedì 14, verso un generale raffreddamento, che tuttavia, secondo l’interpretazione ancora non consolidata di alcuni fra i più autorevoli modelli, potrebbe lasciar spazio anche a brevi ma energiche sferzate fredde, non senza l’apparizione di nevicate anche a bassa o bassissima quota (tra mercoledì sera e la notte successiva?).
La sensazione prevalente è che si vada comunque verso una fase interlocutoria durante la quale potrebbero alternarsi, a breve scadenza di tempo l’una dall’altra, contrastanti condizioni meteorologiche, contraddistinte da repentini e forti sbalzi termici, tra fasi più stabili ed anche miti e giornate più fredde, perturbate e ventose, senza che le ultime prendano mai il sopravvento sulle prime, così come viceversa.
Solo se l’Anticiclone delle Azzorre, nei suoi vari tentativi di sviluppo lungo i meridiani dell’Atlantico, dovesse riuscire a bloccare il flusso oceanico e a far tracimare l’aria polare o artica sul comparto centro-orientale dell’Europa, allora i connotati del nostro inverno prenderebbero una piega più conforme alla stagione, una minore volubilità e la possibilità di dar forma a quel che ci si aspetterebbe da una seria stagione fredda.