Dinamiche stratosferiche e ripercussioni in troposfera. Il punto della situazione a 2 giorni dallo Stratwarming

Nell’egregio lavoro di Andrea Rossi e Marco Magnani (del Comitato Scientifico del Meteonetwork team) sulla caratterizzazione delle dinamiche stratosferiche e sui loro impatti relativi ai conseguenti fenomeni meteorologici sull’emisfero boreale, ben si descrive come la risposta dell’atmosfera ad una stessa perturbazione iniziale è molto differente da caso a caso, rendendo ogni evento unico, così come peraltro simulato dagli studiosi Kushner, Reichler e Polvani nel loro esperimento legato al “Troposphere-to-Stratosphere-to-Troposphere” Event (TST).

Se a ciò si aggiunge la peculiare “trama” teleconnettiva che caratterizza ogni singolo anno, per cui determinati schemi configurativi risultano favoriti rispetto ad altri, si comprende meglio come l’evento di Stratwarming che ci accingiamo a vivere tra 48 ore è ancora ben lungi dall’essere “masticato” e “digerito” dai modelli matematici, che poi disegnano gli schemi barici conseguenti a tale fenomeno a livello troposferico.

Va de sé, pertanto, che siamo ancora ben lontani dal poter anche solo immaginare ciò che per davvero accadrà a livello configurativo nel lungo termine rispetto all’evento di cui ormai si tratta quotidianamente in ambiente scientifico/meteorologico.

Cosa accadrà in sostanza tra una decina di giorni, quando, con buone probabilità, l’evento stratosferico si irradierà anche a livello troposferico?

u_65N_10hpaSu questo punto, se l’inversione delle correnti da zonali ad antizonali è ormai un dato sufficientemente acclarato – e peraltro ben testimoniato anche dall’analisi (riportata a sinistra), che nella caduta prevista dei venti occidentali ben inquadra il cosiddetto “Blocking atlantico” per metà febbraio, ossia il blocco del Flusso atlantico (sin qui il diretto responsabile di un inverno inusitatamente privo di spunti radicalmente freddi e nevosi su buona parte dell’Europa meridionale, Penisola Iberica esclusa) – non altrettanto definita, anzi ancora molto confusa e poco attendibile, appare invece l’elaborazione delle corse ufficiali dei principali modelli matematici.

Lo split (la suddivisione in due lobi) del VPS (il Vortice Polare Stratosferico) ha come diretta conseguenza la formazione di un potente ed immenso anticiclone sulla calotta polare artica in grado di invertire il flusso delle correnti, le quali, dal solito moto imposto dalla Forza di Coriolis, ossia da ovest ad est, invertono rotta dirigendosi da est ad ovest (vedi carta in basso), con conseguente trasporto di masse d’aria gelide di origine artico-siberiana a ritroso, ossia verso l’Europa.

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Ora, dando per scontato (ma non lo è ancora del tutto) che questo processo avverrà anche a quelli che negli articoli recenti abbiamo definito i “piani più bassi” dell’atmosfera, ossia in troposfera, resta comunque da inquadrare e definire con precisione dove eventualmente quelle masse d’aria gelida che gravano sul lontano cratone siberiano si dirigeranno esattamente.

Ad oggi, le cosiddette “perturbazioni” del modello matematico americano GFS (ossia quelle varianti che il metodo “Ensemble” del citato modello propone al fine di saggiare l’attendibilità di una previsione cercando di comprendere quanto si discostino dalla previsione ufficiale tali altre risultanti, qualora si vari ad hoc un dato iniziale), disegnano vari scenari. Si va dall’ingresso “alto” delle correnti orientali in Europa centrale (quindi troppo a nord per invadere anche l’Italia, vedi carta 1) all’ingresso “giusto” per favorire una forte ondata di neve e gelo su Balcani e Italia (vedi carta 2), per finire ad improbabili “non ingressi” dell’aria fredda (vedi carta 3), secondo i quali la scomposizione del quadro barico operata dallo Stratwarming, almeno in una fase iniziale (terza decade di febbraio), non avrebbe alcuna ripercussione fredda sulla nostra penisola.

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In conclusione, siamo ancora alla fase embrionale di studio di quel potrà accadere in seguito all’evento stratosferico che accadrà domenica 11 febbraio. Intanto, era opportuno inquadrare ulteriormente tanto l’evento di cui si tratta quanto i processi di interconnessione tra stratosfera e troposfera, già prima quindi di scorgere i segnali che gradualmente le carte meteo elaboreranno nel corso dei prossimi giorni e di cui Meteo Castellana vi terrà prontamente al corrente.

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