Downburst, non tromba d’aria! Altre forti turbolenze in vista tra giovedì sera e venerdì notte

Nella giornata di ieri si è registrato un primo – fragoroso e fortunosamente privo di gravi conseguenze – segnale di forte turbolenza atmosferica, causato innanzitutto dal forte accumulo di calore ed umidità nei bassi strati, secondariamente da uno stridente contrasto tra masse d’aria di diversa provenienza e composizione. Il risultato è stato l’innesco sulle aree murgiane di un sistema dinamico di tipo termo-convettivo di enorme potenza, che in un’area concentrata tanto nello spazio (il punto di convergenza dei territori di Conversano, Polignano, Castellana e Monopoli) quanto nel tempo (il tutto è grossomodo accaduto tra le 17:30 e le 18:30, a seconda delle aree investite) è riuscito a dare sfogo a fenomeni d’instabilità di grande rilevanza con intense fulminazioni, colpi di vento paurosi e rovesci violenti di pioggia e grandine.

Le foto sui social testimoniano di un evento piuttosto estremo, con il totale sradicamento di alberi sulla Provinciale 120 (Castellana G.-Polignano) e la conseguente interruzione della strada, oltre a diversi danni a tettoie e coperture nelle aree rurali limitrofe.

Il fenomeno occorso ieri è stato descritto sui social (e non solo, purtroppo) come “tromba d’aria”, ma l’incompetenza sotto questo profilo regna sovrana e la voglia di scrivere i titoloni ormai ha contagiato tutti. La tromba d’aria (così come viene definita in Italia) o il tornado (“twister”, come viene denominato negli USA) sono il medesimo fenomeno. Esso si presenta come un “imbuto” rotante che si protende dalla base del cumulonembo fino al suolo o alla superficie marina (in questo caso si parla di tromba marina). Il fenomeno meteorologico di ieri pomeriggio era invece un semplice, per quanto intenso, “Downburst”, ossia un violento colpo di vento orizzontale in uscita dal cumulonembo temporalesco. Qualsiasi tipo di cella temporalesca ha venti caldi e umidi che risalgono il sistema temporalesco (inflow) e venti freddi che vengono espulsi in ricaduta verso l’esterno del medesimo sistema convettivo (outflow). Il downburst rappresenta proprio quest’ultima fase, ossia il deflusso, a tratti violento e fragoroso, dell’aria in uscita dai cumulonembi che formano il temporale, poco prima del suo definitivo collasso.

Sistema temporalesco mesociclonico

Altra considerazione meritevole di qualche approfondimento è: solo per un caso fortuito in quei minuti non erano in transito su quel tratto di strada delle autovetture o altri veicoli. È andata bene! Ma, cosa sarebbe successo se il fato avesse deciso diversamente e se ora, anziché del computo degli alberi divelti, stessimo facendo il triste bilancio dei feriti, o peggio, delle vittime causate dalla caduta di quegli alberi? A chi vi scrive sfugge il motivo per cui quella strada non debba essere messa in sicurezza eradicando tutti gli alberi che in un modo o nell’altro hanno sempre rappresentato un pericolo per chi percorresse quella strada. L’amore per la Natura è sacrosanto, ma non vorrei che si anteponesse il Verde alla Sicurezza. Forse è il caso di rimettere ordine alle priorità, ambientalismo dissennato permettendo.

Per ultimo, va segnalato che tra le ultime ore di domani e le ultime ore di venerdì (o forse le prime di sabato) andranno ancora in scena sul nostro territorio eventi e fenomeni meteorologici che potenzialmente potrebbero ancora rappresentare situazioni di pericolo. Questo avviso valga come preallerta.

L’evoluzione meteo sarà descritta e approfondita nel corso della giornata di domani. Restate connessi.

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