Fine gennaio in «Terra di nessuno», mentre febbraio promette stravolgimenti, ma di che tipo?

Grazie alla spinta di un’onda anticiclonica, è tornato il bel tempo. La ripresa della stabilità atmosferica sarà garantita fino a venerdì, mentre per il weekend le nubi torneranno ad affollare i nostri cieli, pur restando sempre più marginali le ipotesi che esse possano apportare delle precipitazioni.

Difatti, sebbene il promontorio anticiclonico avrà vita breve sul nostro settore, la propulsione verso sud del Vortice Polare avrà come obiettivo il Mediterraneo occidentale e le coste del Maghreb, e dunque non impatterà più ad est, ossia sulle aree da cui avrebbe certamente generato un’acuta fase di maltempo per gran parte d’Italia.

Stanti queste indicazioni, il nostro settore sarà pertanto influenzato soltanto da un richiamo più temperato d’aria umida proveniente dai quadranti meridionali, che determinerà tuttalpiù qualche stratificazione di nubi ad alta quota e degli addensamenti di nubi basse prodotti dallo scorrimento di aria più calda sulle acque marine più fredde.

Aumenteranno pertanto, soprattutto nel weekend, le temperature minime, mentre le massime, dopo l’aumento che si sta registrando oggi e che proseguirà nel corso delle prossime 72 ore, o resteranno stazionarie o caleranno lievemente per via della minore insolazione.

A medio termine (29-31 gennaio) non sembra possano registrarsi variazioni significative, con l’Italia in «Terra di nessuno» da un punto di vista barico, mentre certamente dai primi di febbraio la situazione è destinata a modificarsi sostanzialmente, sebbene ancora con due alternative possibili.

A fronte di una pesante anomalia barica positiva in Atlantico e di un conseguente ipotetico blocco del flusso delle correnti occidentali, due, ad oggi, le ipotesi maggiormente supportate dai modelli matematici per l’Italia:

  • la prima, al momento con qualche punto in più di percentuale probabilistica, vede il ritorno in grande stile delle piogge sulla nostra penisola e di una moderata fase di freddo sul nord Italia con possibili riscontri nevosi non solo sulle Alpi, ma forse anche localmente a bassa quota;
  • la seconda, qualora l’alta pressione dovesse risultare più massiccia e con un asse maggiormente spostato ad est, vedrebbe l’arrivo di aria fredda, polare o continentale-artica, su gran parte della penisola, con probabile maggior coinvolgimento proprio di Adriatico e sud. In quest’ultimo caso, freddo e neve guadagnerebbero terreno fino a divenire possibili a bassa o bassissima quota anche sul nostro comparto.

In conclusione, perciò, aspettiamoci una seconda parte dell’inverno diversa da quella sin qui vissuta, ma per ora attendiamo ancora gli invitabili aggiustamenti delle elaborazioni modellistiche al fine di comprendere quale delle due ipotesi testé citate prenderà il sopravvento.

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