Ma di che caldo parli? Rinfreschiamoci le idee sull’Africa, il Sahara, l’Anticiclone subtropicale e su quello che effettivamente ci aspetta

Schiariamoci un po’ le idee sull’ondata di caldo di cui ormai son pieni i giornali, le Tv e i social.

Quella che è ormai stata classificata come la 5a onda di calore stagionale è prodotta da una rimonta dell’Anticiclone di matrice subtropicale, indotto ad ergersi di molti gradi di latitudine rispetto alla sua originaria posizione per effetto dell’approfondimento della sua figura antagonista principale, stazionante in Atlantico, ossia la Depressione d’Islanda.

Come più volte ripetuto in questa sede, se immaginassimo due piatti di una bilancia, allo “sbilanciamento del peso” della Depressione d’Islanda sul piatto di sinistra (in questo caso in alto Atlantico) corrisponde il sollevamento del piatto di destra (nel nostro caso sull’Europa centro-meridionale ed orientale), ossia l’innalzamento del promontorio anticiclonico africano.

Detto ciò, quello che sta producendo il forte incremento termico e che nei prossimi giorni favorirà la forte calura da allerta meteo non solo sulle aree già oggi interessate da valori prossimi o di poco superiori ai 40 gradi, ma anche su buona parte del territorio italiano non saranno di certo le correnti sahariane, come tutti tengono a ribadire per tenere alta l’attenzione mediatica su quest’ennesima ondata di calore e per creare audience/aspettative/clic, ecc. Difatti, i venti al suolo NON proverranno affatto dall’Africa, ma avranno o una componente settentrionale, come nel nostro caso, o più diffusamente, spireranno seguendo il tipico “regime di brezza”, ossia soffieranno deboli o moderati durante il giorno provenendo dal mare verso l’entroterra, mentre spireranno in senso contrario durante le ore notturne, provenendo dalla terraferma e dirigendosi verso il mare.

L’Africa quindi che c’entra?

In realtà, la traiettoria Africa-Italia od Europa è solo relativa al moto di espansione della cellula anticiclonica, non di certo attiene alla provenienza dei venti.

Allora, perché fa e farà molto caldo?

Le temperature si innalzeranno di molti gradi soprattutto su Sardegna, centro Italia, Emilia Romagna e Campania perché queste aree saranno raggiunte in quota dal nucleo anticiclonico più forte, ossia quello che misurerà valori termici di circa 26/27°C a 850 hPa (oltre 1.500 mt. di altitudine) e dal valore di circa 600 decametri di geopotenziale sul piano topografico di 500 hPa.

Tradotto in soldoni, ciò significherà che in quelle aree la compressione dell’aria operata dalla potentissima struttura anticiclonica sarà in grado di generare un fortissimo surriscaldamento degli strati d’aria sottostanti mediante i moti discensionali tipici della struttura alto-pressoria, fino a determinare valori di temperatura che, specie nelle aree interne, lontane dal mare, potrebbero innalzare localmente la colonnina di mercurio fino a valori di 43-45°C!

Sulla Puglia, pertanto, soltanto le aree interne salentine, il Foggiano e l’Ovest Tarantino potrebbero sfiorare la soglia dei 40 gradi, mentre sulle aree maggiormente soggette all’influenza delle brezze, o dei venti settentrionali, difficilmente i valori termici supereranno i 37/38°C.

Ad ogni modo, come più volte sottolineato, non saranno, almeno per ciò che ci riguarda da vicino, i picchi massimi che si raggiungeranno in questa fase a preoccupare maggiormente, quanto il prolungarsi di una fase caldissima e siccitosa che potrebbe far registrare da domani ad almeno il 10/11 agosto valori massimi costantemente superiori ai 34°C e valori minimi mai inferiori ai 25°C, con medie giornaliere di una trentina di gradi circa per almeno un’altra settimana, senza pensare ovviamente all’aggravamento delle condizioni di deficit pluviometrico e di stress idrico sulla vegetazione, già duramente provata da oltre due mesi di totale mancanza di piogge degne di nota.

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