Proviamo a crederci. Ecco le proiezioni del modello americano fino a 15 giorni

Ora che la situazione sembra si sia stabilizzata, proviamo a dare un’occhiata a quel che potrebbe accadere nel corso dei prossimi giorni, spingendoci, seppur solo a grandi linee e senza avere la pretesa di riuscire a centrare pienamente quel che realmente accadrà, fino ai primi giorni di giugno.

La situazione attuale

L’Italia è ancora immersa in una relativa area depressionaria all’interno della quale circola aria umida, più fredda del normale e moderatamente instabile, che tuttavia, rispetto ai giorni scorsi, si mostra meno incisiva nella proliferazione di nubi ad evoluzione diurna. È per questo che solo alcune delle aree più interne e montuose risentono ancora di addensamenti nuvolosi e di qualche piovasco, mentre sulle coste e sulle aree sottovento alla circolazione generale, o su quelle dove prevale più divergenza delle medesime correnti che convergenza, prevalgono al contrario cieli prevalentemente sgombri da nubi.

L’evoluzione a breve termine

La situazione tenderà a restare grossomodo immutata fino a sabato, sebbene il trasferimento più ad est della struttura ciclonica farà in modo che le correnti provengano sul nostro territorio non più da sud-ovest, ma dai quadranti settentrionali, variazione che favorirà una leggera diminuzione delle temperature.

L’evoluzione a medio termine

Nel corso del weekend si faranno strada da ovest delle nuove infiltrazioni di aria più fresca, umida ed instabile di provenienza atlantica, inserite in un profondo cavo d’onda depressionario, che tenderà a sprofondare dal Mediterraneo occidentale fin sull’entroterra algero-tunisino. Sin qui saranno pochi gli effetti che si manifesteranno sul nostro comparto, ma nei giorni a seguire (a partire da domenica 26), gradatamente, proprio dall’angolo africano a noi più vicino prenderà piede una depressione afro-mediterranea in grado di dirigere rapidamente verso il sud Italia delle nubi, inizialmente alte e sottili di tipo stratificato (velature), ma dopo di apportare un peggioramento ben più significativo.

Data la scadenza temporale non proprio agevole per la previsione delle precipitazioni, la forbice indicata dall’elaborazione grafica del modello ENSEMBLE di GFS-FV3 mostra (vedi diagramma in basso) una certa ampiezza, proprio a significare che, malgrado siano attese delle precipitazioni, per ciò che concerne il loro quantitativo tutto sarà deciso più in là alla luce dei futuri aggiornamenti, determinati soprattutto dall’esatta collocazione che andrà ad assumere la citata depressione africana.

In sintesi, perciò, il tempo peggiorerà tra la seconda parte di domenica e l’inizio della prossima settimana, ma non è dato sapere ancora se pioverà poco o tanto.

L’evoluzione a lungo termine

Risoltasi entro martedì, o tuttalpiù mercoledì, la nuova crisi della stabilità atmosferica, sembra finalmente che possa farsi strada una certa occidentalizzazione delle correnti, che aprirebbe una fase non solo atmosfericamente più stabile, ma imporrebbe anche un più concreto aumento delle temperature, così come mostra il secondo grafico ENSEMBLE di GFS-FV3, relativo questa volta alle variazioni termiche attese alla quota isobarica di 850 hPa (per intenderci, quella più indicata a mettere in risalto il trend termico, in quanto depurata dalle fisiologiche variazioni giornaliere della temperatura al suolo, dovute all’alternarsi del giorno e della notte).

Il grafico mostra (vedi diagramma su) un tendenziale incremento medio delle temperature, tale da far rientrare finalmente i valori termici nell’ambito delle medie stagionali a partire dagli ultimi giorni di maggio, nonostante che la piuttosto accentuata mancata sovrapposizione delle diverse opzioni elaborate dal modello (le diverse linee colorate) indichi comunque ancora una certa alea del dato tendenziale, e dunque una affidabilità della proiezione modellistica non particolarmente elevata.

Per essere più chiari, qualora a prevalere nella realtà fosse effettivamente la linea nera più evidente, che rappresenta la media di tutte le interpolazioni modellistiche, si andrebbe concretamente verso valori termici di fine primavera/inizio estate, ma se prevalessero invece le altre linee colorate, che si distanziano anche di parecchio dal dato medio, questa tendenza alla normalizzazione verrebbe subito meno.

Ad ogni modo, al momento non appare credibile né che possa tornare una situazione di “freddo tardivo”, né tanto meno – come molti “sparatori di fake news” spiattellano da ormai settimane (pur essendo stati contraddetti ormai mille volte dalla realtà meteo effettuale) – una decisa impennata del caldo. Viceversa, è possibile che mediamente a partire dagli ultimi giorni di maggio il trend termico avanzi gradatamente verso valori perlopiù rientranti nell’ambito del normale range climatico stagionale, attuando a piccoli passi l’agognato passaggio stagionale dalla primavera all’estate.

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