Sfiocchettate a temperature largamente positive. Come mai? Da domani freddo e vento in lenta attenuazione

Giornata ventosissima e fredda quella che volge al termine. Fredda, in realtà, più per l’Effetto Windchill (raffreddamento da vento) che per le temperature effettivamente registrate dai termometri. 4.1°C (minima) e 8.7°C (massima) sono difatti risultati gli estremi termici odierni. Tuttavia, con la forte ventosità (media di 40/45 Km/h, con raffiche fino a 70 Km/h) registrata e con i valori di altri due parametri meteorologici importanti (che poi analizzeremo nel dettaglio), su diverse aree della nostra Regione oggi si son potuti osservare brevi rovesci di neve con temperature largamente positive.

Sebbene si tratti di una spiegazione piuttosto scientifica e non di immediata comprensione, ecco cosa, in termini fisici, accade in questi casi.

Intanto specifichiamo che quei due parametri sono il Dew Point (o Punto di rugiada), che è un parametro meteorologico indicante la temperatura alla quale, a pressione costante, l’aria (o, più precisamente, la miscela aria-vapore) diventa satura di vapore acqueo, e il Wet bulb (o Temperatura di bulbo umido) che è la più bassa temperatura che si può ottenere per evaporazione di acqua nell’aria a pressione costante.

Poniamo ad esempio che al suolo la temperatura sia di 5°C e che dalle nubi belle ciotte, che ad esempio transitavano oggi sui nostri cieli a grande velocità, cadano dei fiocchi di neve. La neve che si forma e cade dalle nubi si trova in ambiente con temperatura al di sotto del punto di congelamento. Man mano che il fiocco scende ed incontra strati di aria con temperatura positiva comincia a sciogliersi ma, se l’aria è sufficientemente secca, l’acqua del fiocco in fase di scioglimento tende ad evaporare. Questa evaporazione, per via di un processo termodinamico, tende nuovamente a raffreddare il fiocco e pertanto a mantenerlo tale.
La temperatura alla quale un corpo si raffredda per causa dell’evaporazione è definita in meteorologia “Wet bulb”, ossia “Temperatura di bulbo umido”. Se questo raffreddamento porterà la temperatura del fiocco (Wet-bulb) al di sotto della temperatura di congelamento, allora ogni ulteriore scioglimento cesserà, con la conseguenza che il fiocco rimarrà intatto fino a raggiungere il suolo, nonostante che qui vi siano temperature al di sopra dello zero.

Nozioni scientifiche a parte, ormai la fase clou di questo episodio freddo inizierà presto a scemare. Difatti, domani avremo già una ventosità inferiore, seppur ancora parecchio sostenuta, e una maggiore insolazione, con conseguente aumento delle temperature, sia reali che percepite.

La variazione che si avrà per venerdì, invece, riguarda essenzialmente lo stato atmosferico più che le variazioni termiche. Difatti, entro le ore centrali del 15 febbraio, da est si farà strada un nuovo (più modesto) impulso freddo in moto retrogrado (da est ad ovest), che, sebbene non apporterà un raffreddamento dell’aria cospicuo, determinerà comunque una maggiore instabilizzazione atmosferica, rispetto all’attuale impulso, con conseguente aumento della nuvolosità e arrivo di piogge di debole o moderata intensità, più probabili nel corso del pomeriggio di venerdì. In questo caso, la neve cadrà solo a quote altimetriche superiori agli 800/1.000 metri sia per via della risalita dello zero termico che per effetto di un deciso incremento del tasso di umidità e, conseguentemente, della crescita dei valori di Wet bulb e Dew Point, ad esso strettamente correlate e prima sommariamente analizzati.

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