E se quel «palloncino dilatato», di cui parlano oggi certi siti riferendosi alla prossima (eventuale) ondata di calore africano, scoppiasse una buona volta in una zona del corpo che costringesse chi scrive certe nefandezze mediatiche a tenere lontane almeno per un po’ le mani dalla tastiera e a riporle sui “gioielli di famiglia”? Sarebbe forse l’unico modo per evitare il “terrorismo meteorologico”, che continua ad impazzare sul web.
Battute a parte, i soliti siti “attira-clic” stanno diffondendo – ovviamente con il solito mix di estremismo, generalizzazione, amplificazione e sensazionalismo – una previsione a lungo termine che, dati alla mano, non è che un’astrazione modellistica residuale che potrebbe, con buone probabilità, non essere più confermata già a partire dalle prossime emissioni.
Si tratta di alcune proiezioni che intravedono una bolla africana di una certa intensità in espansione verso nord, tale – secondo alcune “testate” pseudo-giornalistiche – da esplodere sull’Italia portando le temperature a 51.2°C!!
Dio mio! Solo a scriverle certe “porcate” al sottoscritto si anchiloserebbero le mani sulla tastiera, ed invece i soliti cialtroni, grazie ai tanti ignoranti che esistono in questo “Bel Paese”, battono cassa con i clic e l’insensato passaparola che una fake news del genere provoca. Ottima scelta imprenditoriale – per carità – ma la deontologia professionale e la correttezza nell’informazione dove sono finite?
Qualcuno potrebbe ribattere che anche un solo “cluster” impazzito del modello (una sola delle tante linee colorate che vedete riprodotte nel grafico d’insieme del modello GEFS (vedi sopra), che altro non rappresentano se non i tanti possibili scenari che il modello individua per addivenire ad una soluzione finale il più possibile attendibile) potrebbe giustificare una sorta di avviso preventivo di allarme. È vero, è inutile negare che gli aggiornamenti odierni di molti modelli matematici prospettano un fine settimana e poi un fine giugno/inizio luglio piuttosto roventi, ma – carte alla mano – va comunque sottolineato quanto segue:
- fino a qualche giorno fa gli stessi modelli viravano esattamente nel senso contrario rispetto a quello verso cui si indirizzano oggi;
- la bolla africana di cui si parla, qualora dovesse “esplodere” sul Mediterraneo perderebbe comunque molte delle potenzialità catastrofiche descritte nell’articolo di cui si tratta;
- l’onda calda di fine mese (se ci sarà) sembra più propagarsi verso il nord Italia, la Francia e la Germania che verso il sud Italia;
- la media degli scenari termici per il nostro settore, infatti, sarebbe di 22-23°C a 850 hPa, che tradotto in temperature possibili al suolo equivale al rischio di incorrere in una nuova ondata di caldo attualmente stimabile della medesima intensità di quella che ci siamo lasciati alle spalle sabato scorso e non di certo di incappare nella deflagrazione di una sorta di bolla lavica che trasformi l’Italia in una succursale africana con punte di 50 gradi.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole! In Italia c’è chi fa informazione meteorologica e c’è chi strumentalizza la meteorologia e gli ipotetici cambiamenti climatici per puri fini commerciali. Il problema è che c’è anche chi gli dà retta e sceglie deliberatamente di farsi prendere per i fondelli. Ben vi sta!