Caldo torrido, fiammate in attenuazione da giovedì. Netta rinfrescata tra il 16 e il 18, ma rischio “Omega” nella terza decade di luglio

Siamo abituati a definire le condizioni meteo-climatiche di tipo anticiclonico come “bel tempo”. Tuttavia, non sempre le prolungate condizioni alto-pressorie (specie quelle in quota durante l’estate) con caldo torrido (secco, come nel nostro caso) o caldo afoso (umido, come nel caso del Salento ionico, ove oggi si è persino vista la nebbia di avvezione di tipo marittimo) sono inequivocabilmente qualificabili in senso positivo. Difatti, le condizioni atmosferiche che procurano benessere fisico non sono di certo soltanto quelle legate all’assenza di pioggia o di nuvolosità, oppure agli eccessi di ventosità o di umidità, ma sono quelle che, congiuntamente, fanno percepire al corpo umano (quanto meno alla maggioranza della popolazione) un senso bioclimatico di benessere o di equilibrio fisiologico.

In questi giorni, tali fattori mancano tanto per le elevate temperature che per la non contenuta (in proporzione al caldo) umidità dell’aria. Su questo punto, infatti, va sottolineato – al contrario di ciò che si è indotti a pensare – che non stiamo vivendo una fase caldo-umida particolarmente acuta, tant’è vero che l’umidità relativa oggi non è mai andata oltre il 36%. È chiaro, però che con una massima di 36.6°C, per non soffrire delle complicanze per il corpo umano relative alla commistione tra elevate temperature e umidità, il tasso di quest’ultimo parametro meteorologico non dovrebbe superare neppure il 15%.

Precisazioni a parte, rassegniamoci a vivere un luglio per certi versi eccezionale, forse come quello del 2015, quando vi furono ben 24 giorni con temperature massime superiori ai 30 gradi, di cui 13 con temperature massime superiori ai 34°C!

Stando alle diverse elaborazioni dei modelli matematici, infatti, il caldo subirà solo una moderata attenuazione a partire da giovedì, seguita da un vero e proprio stop (ma solo di pochi giorni) tra domenica 16 e martedì 18, per riprendere con altrettanto vigore dal 19/20 in poi.

Difatti, fino a quando la configurazione barica resterà la medesima (con le anomalie pressorie perlopiù disposte nei settori atlantici antistanti la Penisola Iberica), la situazione difficilmente si modificherà sulla nostra penisola, che in questi frangenti si ritrova sotto il bersaglio della conseguente, contrapposta (gioco di sponda) anomalia di tipo anticiclonico, che segue a stretto giro quella di tipo ciclonico derivante dall’ormai persistente lacuna barica del medio Atlantico.

E potrebbe persino andare peggio nel lungo termine (avvalorando l’ipotesi del modello americano GFS, che “la sa lunga” sulle proiezioni a lunga scadenza) se all’anomalia barica atlantica si aggiungesse, entro la terza decade del mese corrente, anche quella dell’Europa orientale, che concretizzerebbe la configurazione meteo barica cosiddetta «Ad Omega» (vedi carta seguente), con la struttura anticiclonica di matrice africana piazzata stabilmente sui meridiani centrali dell’Europa centro–meridionale e le due strutture bariche inverse disposte una ad ovest e l’altra ad est, poste proprio lì per incastonare il caldo africano al centro del Mediterraneo.

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Si analizzerà più nel dettaglio quella che per ora – è bene ribadirlo – è solo un’ipotesi, ma spesso chi si occupa di meteorologia sa bene che la Natura è “lenta a cambiare” e preferisce ripercorrere pigramente le stesse strade per evitare di “sprecare risorse ed energie” nell’intraprenderne di nuove. E questo potrebbe giocare a favore di una lunga fase di tempo che per quanto adatto ai vacanzieri, rischierebbe di sfinire chi resta in città e di acuire pericolosamente, da un lato, la siccità e, dall’altro, il rischio di avere, o alla prima irruzione fresca o a fine estate/inizio autunno, delle precipitazioni tanto intense quanto potenzialmente rovinose.

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