Sarà anche quella appena cominciata un’altra settimana difficile sotto il profilo meteo. L’anticiclone di matrice subtropicale non accennerà ad abbassare la cresta prima di venerdì 19. Si tratterà, perciò, di convivere per almeno altri quattro giorni con il caldo intenso (con disagi fisici a tratti notevoli dovuti all’afa e alla persistenza di temperature abbondantemente superiori alle medie stagionali), che non concederà un po’ di refrigerio neppure nelle ore notturne.
Vivremo infatti “Notti tropicali”, con minime che non scenderanno mai sotto i 25°C, e giornate di “Cottura a fuoco lento”, con massime che potrebbero spingersi fino a 36°C, ma – quel che è peggio – con temperature sopra i 30 gradi per circa la metà del giorno. Domani potrebbe essere la giornata peggiore, poi gradatamente le temperature scenderanno, ma molto lentamente.
Certo, nulla di catastrofico o eccezionale e soprattutto nulla di già visto e rivisto, trito e ritrito. Pertanto, quella che offre questo spazio divulgativo è solo informazione e nulla deve (o può, a meno che la lingua usata in questo contesto non sia più riconosciuta come italiano e oggettivamente interpretata con l’esatto significato che i vocabolari danno alle parole) essere interpretato come allarmismo ingiustificato o voglia di fare del sensazionalismo. Tuttalpiù, andrebbe colta l’occasione per trarre informazioni meteo utili per l’area di proprio interesse depurate dalle generaliste e contraddittorie notizie che viaggiano veloci (e, purtroppo, senza controllo) in rete.
Inutile e controproducente, ad esempio, farsi spaventare dai soliti propalatori di fake news, che tra nomi mitologici o infernali e cifre di temperatura da girone dantesco cercano di fare notizia per acchiappare più click possibili. Il traghettatore dell’Ade (il mitico e gettonatissimo Caronte) è bene che resti nella commedia del Sommo poeta mentre sarebbe preferibile che di quei 43°C – un valore di sicuro ad alto impatto mediatico – se ne parlasse eventualmente solo quando un simile valore si verificasse per davvero, senza doverlo tirare in ballo prima solo per la probabilità che una temperatura così alta possa essere registrata in una fetta di territorio di sicuro inferiore all’1% di tutto il territorio nazionale.
Quel che invece allarma per davvero è il ritrovare sempre chi approfitta delle occasioni in cui la meteorologia è al centro dell’attenzione mediatica per rinfocolare le polemiche relative ai cambiamenti climatici, per trovare cause improbabili a qualsiasi evento meteorologico che qualche sfaccendato del web pone in rilievo, per presentare le proprie opinioni senza mai accorgersi di scadere nel ridicolo nel ripetere a pappagallo informazioni sentite da altri e mai approfondite o verificate. E ciò che inquieta di più è che ormai i social da spazio di comunicazione e di auspicabile confronto si siano trasformati in un “vomitatoio” in cui la stupidità umana e l’incomunicabilità, pur tra persone della stessa specie, trovano sempre più l’humus culturale adatto per proliferare senza limite.