L’Anticiclone europeo, che nello scorso fine settimana con il suo ergersi verso la Gran Bretagna permise alla prima vera incursione fredda di stampo artico di penetrare con vigore verso i Balcani, finendo per interessare marginalmente anche il nostro comparto, è lo stesso che ora, con lo smantellamento del suo asse verticale (“blocking” nord-sud) sul comparto occidentale del continente europeo e con la sua successiva espansione verso l’Europa orientale, riesce pienamente nell’intento di trattenere il grande lago gelido dell’Europa nord-orientale su latitudini decisamente settentrionali, mandando all’aria il piano del Bianco Natale su più di mezza Europa.
Difatti, se fino a qualche giorno fa quel mastodontico anticiclone era l’artefice delle basse temperature sulle aree europee raggiunte dal flusso d’aria fredda che scorreva sul suo bordo orientale, ora – e così anche nei prossimi giorni – l’assenza di una struttura di blocco di simile importanza sul comparto europeo produrrà due effetti fondamentali per il tempo dell’Europa, almeno di quella centro-meridionale: la riapertura del flusso atlantico in direzione del Mediterraneo e l’avvio di una fase decisamente meno fredda, per non dire, a tratti, quasi mite.
Seguendo la maggior parte delle interpolazioni modellistiche d’insieme (metodo “Ensemble”, che guarda l’insieme delle diverse corse di un dato modello matematico, perturbando il dato iniziale e comparando poi gli output risultanti al fine di saggiare l’attendibilità delle corse modellistiche ufficiali), quel che emerge di fondo è che da domani a (forse) tutto il periodo delle festività di fine/inizio d’anno la configurazione barica predominante dovrebbe risultare quella che spingerà verso il Mediterraneo e l’Italia un ininterrotto flusso di correnti umide atlantiche in grado di generare sia curvature cicloniche (basse pressioni, associate a tempo instabile e a tratti piovoso, o, bene che vada, variabile) che promontori anticiclonici mobili, in grado di assicurare sia maggiore stabilità atmosferica (ed occasioni per ampi soleggiamenti) che anche temperature (almeno quelle diurne) più che accettabili per il periodo, se non a tratti anche gradevoli o miti.
In conclusione, questo avvio stagionale sarà decisamente di stampo meno “invernale” di quanto non sia stata l’ultima tranche dell’autunno e, per cominciare, ci offrirà un Natale tutto sommato gradevole, con qualche stratificazione nuvolosa, un po’ di vento (Libeccio), ma temperature in netto aumento rispetto agli ultimi giorni, anche e soprattutto nei valori minimi notturni.
Forse per Santo Stefano prevarranno maggiormente le nubi (difficilmente le piogge), ma, ciononostante, l’afflusso delle correnti meridionali potrebbe determinare massime attorno ai 15°C.
Ci torneremo domani con tutti i dettagli.