La primavera può attendere. Si mette male per la seconda quindicina di marzo

Districarsi tra i diversi modelli matematici e tra le successive emissioni di uno stesso centro di calcolo è già normalmente un’impresa, ma quando si arriva nei periodi di transizione stagionale, il normale lavoro di “vedetta” e di “interprete” che ogni meteorologo compie, si carica dell’ulteriore complicazione che lo straordinario lavorio della Natura mette in campo per ricercare, attraverso immani e grandiose dinamiche atmosferiche, il prezioso punto d’equilibrio, ossia quell’optimum climatico che consente a noi umani di poter vivere su questo bistrattato pianeta.

Se perciò si vuol davvero fornire un servizio, il più possibile chiaro e utile a chi legge, più che propinare titoloni ad effetto, è opportuno cercare di fare una sintesi equilibrata. Ed ecco allora che:

  • Cambierà poco o nulla fino a giovedì sera. Resteremo sempre sotto l’azione di una blanda area depressionaria con correnti in quota mediamente da ovest, che imporrà un tipo di tempo tra il discreto e il variabile con clima abbastanza mite o gradevole. Qualche addensamento pomeridiano non mancherà, ma difficilmente si potranno registrare precipitazioni.
  • Da giovedì notte sperimenteremo gli effetti di un primo passaggio perturbato, accompagnato da un sensibile rinforzo delle correnti meridionali e dall’arrivo di piogge, specie nel corso delle ore notturne a cavallo tra giovedì e venerdì.
  • L’approfondimento di un minimo depressionario sull’Italia a partire da sabato comporterà un generale peggioramento delle condizioni atmosferiche, inizialmente associate – per il nostro settore – ad una forte intensificazione delle correnti sciroccali e ad un contestuale incremento delle temperature, ma con ancora poca pioggia. A seguire, tuttavia, ciò comporterà l’arrivo di precipitazioni che potrebbero risultare anche di forte intensità, specie a partire dall’inizio della prossima settimana.

Per il medio/lungo termine si aprono diversi scenari, che hanno comunque tutti un sostanziale comun denominatore: il freddo-umido.

Il nuovo complesso meccanismo di inversione delle correnti da zonali ad antizonali sull’Europa centro-settentrionale favorirà infatti l’arrivo di masse fredde in scivolamento dall’Artico russo verso l’Europa centrale e poi forse verso il Mediterraneo. L’Italia dovrebbe nel contempo divenire sede permanente di diversi centri di bassa pressione, continuamente alimentati da impulsi freddi di prevalente origine artica, che rischiano poi di essere attratti proprio dal buco barico che si formerà sulla nostra penisola, determinando – se così fosse – l’instaurazione di un lungo periodo di tempo freddo e perturbato. Della serie… La primavera può attendere.

 

 

Torna in alto