Tra Ionio e Grecia si sta innescando un inferno ciclonico, mentre da noi cessa il freddo anomalo

Dopo tre giorni di «autunno netto», la situazione meteo da stasera – grazie soprattutto all’attenuazione dei venti settentrionali – si va normalizzando. Resterà ancora il freddo notturno (minima prevista anche per le prossime 12 ore attorno ai 13/14°C), ma almeno di giorno la situazione termica diverrà decisamente più gradevole.

Il vecchio vortice ciclonico difatti si è allontanato verso il Golfo della Sirte (Libia) e con esso il flusso d’aria fredda che ha fatto precipitare le temperature e dato sostanzialmente inizio alla stagione autunnale.

Tuttavia, sebbene – è doveroso precisarlo subito – il nostro settore risulterà esente dalle conseguenze del fenomeno meteorologico che sta per descriversi – la configurazione barica che ha prodotto il cambio stagionale avrà ancora ripercussioni molto pesanti poco più a sud-est dell’Italia, esattamente tra Ionio e Grecia.

Lì, infatti, sta per generarsi un nuovo – questa volta molto più potente – vortice depressionario, che già nelle prossime ore tenderà rapidamente ad approfondirsi e a tramutarsi in un TLC “Tropical Like Cyclone” (un ciclone simil tropicale), che potrebbe addirittura assumere la caratteristica, alquanto rara nel Mediterraneo, di “Medicane”.

Cos’è un Medicane?

Un Medicane è un forte ciclone di fattura mediterranea (che trae origine dalle acqua calde del Mare Nostrum) dalle caratteristiche topiche dei sistemi che si sviluppano nelle aree tropicali (cioè “a cuore caldo”, con un occhio ben visibile e con caratteristiche potenzialmente equivalenti a quelle di uragani, seppur di più debole intensità rispetto a quelli atlantici, pacifici o dell’Oceano Indiano), definito così proprio dalla contrazione letterale dei termini “MEDiterraneo” e “hurriCANE” (uragano, appunto), secondo la lingua inglese.

Ovviamente, la sua effettiva denominazione potrà essere definita solo quando realmente si constaterà che non di sola depressione o tempesta tropicale si tratterà (cioè con venti inferiori ai 118 Km/h), ma addirittura di un uragano che sarà assurto ad almeno categoria 1 secondo la Scala Saffer-Simpson, tipica delle classificazioni di tali fenomeni a seconda dell’intensità dei venti che circolano in senso antiorario (nell’emisfero boreale) attorno a tali strutture cicloniche.

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Questo sistema perturbato, se davvero si formerà nelle fattezze descritte dai modelli matematici principali, rischia di essere particolarmente significativo tanto nella tipologia quanto nelle conseguenze che potrà innescare sulle aree oggetto della sua influenza. Si rischiano venti ad oltre 150 Km/h e precipitazioni a carattere alluvionale, tali da generare autentici “flash floods” (allagamenti lampo), specie su aree quali il Peloponneso e l’Isola di Creta (Grecia).

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Le conseguenze della sua infernale rotazione ciclonica sull’Italia – a patto che la previsione resti quella emessa oggi dai modelli matematici (ma questo tipo di fenomeni è di difficilissima predicibilità in ambito mediterraneo) – sono al momento marginali, se non del tutto insignificanti, potendosi tuttalpiù registrare un aumento della ventilazione da nord-est sul comparto ionico (e forse anche sulla Puglia adriatica per sabato) e l’arrivo di stratificazioni nuvolose alte e sottili tanto per domani quanto per le prime ore di sabato. Ma nulla di più.

Nel contempo, dalle nostre parti, fino a sabato potremo assistere ad un ulteriore incremento delle temperature e alla conseguente cessazione delle condizioni di freddo anomalo, che ci hanno interessati nel corso delle ultime 72 ore.

 

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